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𝗩𝗘𝗡𝗘𝗭𝗜𝗔 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗨𝗡𝗔 𝗥𝗜𝗦𝗘𝗥𝗩𝗔. 𝗠𝗔 𝗖𝗛𝗜 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗚𝗟𝗜 𝗜𝗡𝗗𝗜𝗔𝗡𝗜

Aggiornamento: 21 nov 2022

E’ del 3 novembre l’inaugurazione del nuovo supermercato Despar nel sestiere San Marco, sotto al centralissimo Cinema Rossini. Dopo la chiusura del precedente CRAI, e mesi di restauro, finalmente i pochi residenti (sì lo sappiamo, siamo in pochi) avranno di nuovo il supermercato nella zona ma, invece di rallegrarsene, sentirsi meno soli e abbandonati, finalmente con un posto ove comprare carta igienica, pasta impacchettata, olio di oliva e acqua in bottiglie di plastica a pochi passi da casa, un 𝘐𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘦 recidivo della zona cosa fa? “Legge” nell’evento lo stantio pretesto per fare filosofia su Airbnb! Oibò, 𝘭’𝘐𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘦, infatti, non perde l’occasione per scrivere un post indignato su Facebook per le parole di rito di uno degli assessori, presenti all’inaugurazione del supermercato, che ha avuto l’ardire di affermare che è una apertura che era molto attesa dai cittadini del quartiere e che rappresenta una rinascita. Alla parola “rinascita” si è scatenato l’inferno e il riferimento alla riserva indiana l’𝘐𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘦 non se lo fa proprio scappare e lo fa uscire dal cappello e in modo sottile, seppur conclamato. Rinascita??? Apriti cielo! Come cliente di Airbnb? Questo è stato il primo pensiero molto intellettuale, bisogna dirlo. Mamma che sdegno, che affronto, che terribile espressione ha usato l’assessore! E via di indignazione anche in alcuni dei commenti. Poveri autoctoni, obbligati ad attendere in fila al bancone dei salumi tra foresti che non parlano il veneziano! Si è anche scomodato Napoleone, perché tra i foresti il francese pare sia à la page Gli indiani sono forse quelli che si ostinano a fare sit-in contro supermercati che vendono monoporzioni di cibo per viaggiatori single, cibi precotti che si rianimano nei microonde delle migliaia, ma che dico migliaia: milioni di milioni di locazioni brevi? Gli stessi indiani che cercano in questi baracconi dai lunghi e variopinti corridoio, prodotti tipici della cultura culinaria veneziana! E perché li vorrebbero venduti dalle grandi distribuzioni? Per pagarli meno? Sì, perché l’indignazione è anche per il fatto che un giornale locale ha scritto che nel supermercato sarebbero stati venduti prodotti tipici! Sì, tipici da supermercato. Ma questi indiani non sanno trovare i surgelati, le birre e i vini, i biscotti, il latte tra gli scaffali dei supermercati dove si servono anche i turisti? Parrebbe di no, come se i viaggiatori si cibassero di stranezze “turistiche”; come se fossero degli idioti che fanno la spesa per cucinare in una locazione breve cose orride, tipo suole di scarpa, guarnizioni di plastica, asfalto di recupero e cose così, come se questi turisti venissero da un mondo sconosciuto con diete per noi indigeribili e con supermercati a loro dedicati e sottratti ai residenti. Gli indiani mi sa che siamo noi, che continuiamo a lottare per conservare il nostro reddito che ci permette di andare al supermercato a comparare la carta igienica e al mercato per comprare i prodotti tipici, finalmente!


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