๐๐๐ฅ๐๐๐๐๐ ๐ข ๐๐ ๐๐๐ฅ๐ ๐๐ ๐ฃ๐จ๐ก๐ง๐ข, ๐ก๐ข๐ก๐ข๐ฆ๐ง๐๐ก๐ง๐ ๐๐ ๐ง๐๐ ๐ ๐๐ข๐ ๐ฃ๐๐๐ฆ๐ฆ๐ข
Lo spopolamento di Venezia trae origini lontane negli anni ed avviene per motivi storici, sociali e politici ma la sostanza sta nella demografia.
Dallโesordio di Bre-VE, avvenuto il 20 giugno 2022, abbiamo raccolto il lavoro che avevamo iniziato giร dal 2019 e lavorato tantissimo per mostrare lโaltra faccia della medaglia che riporta impressa la LOCAZIONE BREVE. La narrazione strumentale degli ultimi anni vede questo utilizzo di immobili accatastati come residenziali, la causa dello spopolamento della cittร storica; reperendo i dati dal sito del Comune di Venezia e dallโISTAT, abbiamo dimostrato come tale narrazione non sia veritiera. Qui ci sono articoli e post che ne parlano ma ora li vogliamo riassumere.
Le locazioni brevi hanno subito un impulso notevole attorno al 2015/2016; รจ una formula di locazione che esiste da sempre ed รจ prevista dal codice civile (dallโarticolo 1571 allโarticolo 1654). Prendendo i dati dal sito del Comune di Venezia, abbiamo dimostrato come falsa la litania che attribuisce a questo tipo di locazione la responsabilitร dello spopolamento; infatti, nel 2008, anno di fondazione della piattaforma Airbnb, da 174.808 abitanti registrati nel 1951, se ne contano solo 60.311 e nel 2014, quando le locazioni brevi si diffondono, la popolazione contata era giร scesa a 56.311. Nei 20 anni di equo canone, dal 1978 al 1998, 30.000 residenti mancano allโappello. Dunque, come si puรฒ ancora sostenere che le locazioni brevi hanno cacciato i residenti?
๐ ๐ฎ, ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฒ ๐ฎ๐ป๐๐ถ๐ฐ๐ถ๐ฝ๐ฎ๐๐ผ ๐ฎ๐น๐นโ๐ถ๐ป๐ถ๐๐ถ๐ผ, ๐พ๐๐ฒ๐๐๐ถ ๐ป๐๐บ๐ฒ๐ฟ๐ถ ๐ป๐ผ๐ป ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐๐๐ณ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ถ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐น๐ฎ ๐๐ถ๐๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ. Secondo la ricerca condotta e pubblicata nel 2007 da Isabella Scaramuzzi, ex direttrice di Coses, il Consorzio per la ricerca su Venezia (cessato nel 2012): โLe propensioni demografiche, sociali ed economiche sono evidenti, la direzione chiara. Ciรฒ che รจ avvenuto, nonostante vincoli che sono caduti solo recentemente e nonostante iniezioni da cavallo di denaro pubblico (anche a favore della residenzialitร primaria), รจ destinato ad una pressante accelerazione. Se la demografia spiega due terzi di ogni cosa, giร dalla fine del Secolo scorso la struttura della cittร antica รจ drammaticamente implosa: non solo ci sono pochissimi giovani per ricambiare gli anziani (anche nella occupazione delle case), ma le classi fertili (capaci di ripopolare) sono sempre meno numerose e alla blanda ripresa della natalitร (dovuta ai figli dei baby boomers nati negli anni Sessanta), fatalmente seguirร un flop. Riabitare la cittร antica non รจ compito per veneziani: la costante perdita di residenti รจ ormai attribuibile alla implosione naturale piรน che al saldo negativo tra chi esce e chi entra, dovuto alle classi successive al baby boom, a meno che raddoppino il numero di figli pro-capiteโฆโ E ancora: โSe prendiamo i residenti al 1991 per classi e (con una serie di illazioni che gli statistici ci perdoneranno) proiettiamo in via teorica le classi di etร al 2007, quelli che avevano oltre 65 anni (ne hanno oltre 81, la probabilitร ci dice che dovrebbero essere vedove sole) potrebbero cedere unitร abitative a giovani che lasciano il nido familiare (forse): coloro che avevano tra 15 e 19 anni (ne hanno 31-35) e sono solo 4.000 rispetto a 18.000, meno di 1 su 4. C'รจ poco bisogno di abitazioni per i veneziani: era assolutamente prevedibile 15 anni addietroโฆโ. E prosegue โโฆNel 2007 le classi per etร , dei residenti in Cittร Antica, confermano le nostre rozze previsioni: tra 30 e 34 anni ci sono 3.600 residenti (meno di 16 anni addietro), mentre gli ottuagenari sono ridotti a meno di 5.500 (contro 18.000). Se sommiamo queste due classi, poco oltre i 9.000 residenti, ipotizziamo che il patrimonio abitativo, 'pieno' al 1991 di ottuagenari, sia riempito solo per metร da veneziani di oggi.โ
LโASSOCIAZINE BRE.VE ha ripreso questi dati proiettandoli dallโoggi al 2036. I dati dimostrano che non รจ cambiato nulla, anzi la situazione si รจ โincancrenitaโ: gli anziani sono sempre di piรน e i giovani sempre meno e i tassi di fertilitร sono sempre piรน bassi. Oggi, nel Centro storico di Venezia, si contano 16.071 abitanti ultra 65enni e 4.161 nella fascia dโetร 15-20 anni. Con le stesse proporzioni di 15 anni fa, nel 2036 si stima che vi potrebbero finire sul mercato immobiliare oltre 10.000 abitazioni libere a fronte di poco piรน di 2.000 giovani nuove famiglie veneziane. Dato, questโultimo, estremamente sovrastimato perchรฉ i giovani tendono sempre meno a โfare famigliaโ e a fare piรน di un figlio per coppia. Continuare a ripetere che il problema dello spopolamento di Venezia non รจ una questione demografica significa, semplicemente, continuare nella demagogia piรน bieca, finendo per strumentalizzare un tema fondamentale per la cittร e la sua laguna.
Oggi i dati dellโOsservatorio Immobiliare dellโAgenzia delle Entrate dimostrano che i prezzi delle abitazioni nella cittร storica di Venezia non si discostano molto da quelli di altre cittร dโarte italiane come Firenze e Bologna; cittร i cui centri storici contano popolazioni di poco piรน di 50.000 abitanti. Edifici classificati in condizioni โnormaliโ a Cannaregio, ad esempio, sono valutati tra 3.500-4600 euro al metro quadro. A San Marco la cifra รจ compresa tra 3.700 e 5.600 euro/mq mentre alla Giudecca il prezzo varia da 2.900 a 3.900 euro/mq. Cifre quasi identiche ai centri storici particolari o di cittร dโarte come Roma (6.000 euro/mq), Bologna (4.100 euro/mq), Firenze (5.200 euro/mq).
๐ ๐ฎ ๐น๐ฎ ๐๐ถ๐๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐ด๐๐ฎ๐ฟ๐ฑ๐ฎ ๐๐๐๐๐ผ ๐ถ๐น ๐ฃ๐ฎ๐ฒ๐๐ฒ ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ฐโ๐ฒฬ ๐ฑ๐ฎ ๐๐๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ๐น๐น๐ฒ๐ด๐ฟ๐ถ I dati ISTAT sulla popolazione del nostro Paese sono impietosi: il bilancio tra decessi e nascite non danno molto margine al futuro. โโฆGli anni โ70 e โ80 sono caratterizzati da una sostanziale riduzione dei flussi migratori verso lโestero e anche di quelli interni. Per la prima volta dallโUnitร lโItalia non รจ piรน un paese da cui si emigra per cercare maggiore benessere, pur non essendo ancora tra le mete di paesi meno sviluppati. Le modificazioni sociali connesse al piรน elevato grado di benessere si associano a una ๐๐ผ๐๐๐ฎ๐ป๐๐ถ๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐ฑ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ป๐ฎ๐๐ฎ๐น๐ถ๐๐ฎฬ, che si porta rapidamente su valori prossimi o inferiori a quelli della mortalitร : nel 1986 il numero di residenti diminuisce per la prima volta dal 1918. Nel corso degli anni Settanta e piรน rapidamente nei decenni successivi la popolazione dei centri oltre i 250 mila abitanti tende a diminuire, fino a 8,8 milioni (il 14,8% del totale) nel 2011, soprattutto a vantaggio dei comuni metropolitani di cinturaโ (https://www.istat.it/.../evoluzione-demografica-1861-2018...) Sempre dallo stesso documentoโโฆ ๐๐ฎ๐น ๐ญ๐ต๐ต๐ฏ ๐ถ๐น ๐๐ฎ๐๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฐ๐ฟ๐ฒ๐๐ฐ๐ถ๐๐ฎ ๐ป๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฑ๐ถ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐๐๐ฟ๐๐๐๐๐ฟ๐ฎ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ป๐ฒ๐ด๐ฎ๐๐ถ๐๐ผ, riflettendo un livello di feconditร molto al di sotto del Il livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna), cosรฌ come in Germania e Spagna, mentre la Francia riesce a mantenere livelli piรน elevatiโฆโ Durante i primi anni 2000, lโimmigrazione regolare fa registrare un aumento della popolazione e, di conseguenza, anche quello demografico con un incremento, negli anni tra il 2005 e il 2014, di 3.200.000 residenti immigrati. Aumenta la componente straniera e grazie alla loro giovane etร , il rapporto sullโinvecchiamento della popolazione si calma a favore delle nuove generazioni ma non basta!
Ora, la complessa situazione di Venezia, e del nostro Paese, non puรฒ essere affrontata in modo sommario, superficiale o, peggio ancora, ricorrendo a ideologie ammuffite; non puรฒ essere una querelle politica ma deve diventare un tema di approfondito studio e per chi ne capisce davvero. Scienza e Politica devono andare a braccetto e trovare la via per il futuro. Continuare a trattare i difficili temi del nostro tempo guardando solo agli effetti e mai alle cause, non fa altro che ingigantire cosa provoca proprio quegli effetti. Non รจ produttivo, nellโottica di una rinascita di Venezia, scaricare colpe su chi sta cercando di resistere in una cittร che non ha piรน attivitร se non quelle legate al turismo, grandiosa industria fondamentale per lโeconomia di tutti (anche di chi si lamenta tutti i giorni) ma che non puรฒ essere lโunica fonte di reddito di una comunitร .
