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𝙎𝙊𝙇𝙊 𝙑𝙀𝙉𝙀𝙕𝙄𝘼 𝙋𝙐𝙊❜ 𝙈𝙊𝙍𝙄𝙍𝙀

Aggiornamento: 21 nov 2022

𝙎𝙊𝙇𝙊 𝙑𝙀𝙉𝙀𝙕𝙄𝘼 𝙋𝙐𝙊❜ 𝙈𝙊𝙍𝙄𝙍𝙀. 𝘼𝙇𝙏𝙍𝙀 𝘾𝙄𝙏𝙏𝘼❜ 𝘾𝙄 𝙋𝙍𝙊𝙑𝘼𝙉𝙊, 𝙈𝘼 𝙉𝙊𝙉 𝙁𝙐𝙉𝙕𝙄𝙊𝙉𝘼. La morte di Roma, città eterna, non funziona come quella di Venezia, che non è eterna. Gerusalemme o Kyoto, come Roma, sono riconosciute come "città eterne", ma Venezia no. Proprio no. E dunque soltanto Venezia può morire. Le altre città ci provano, persino New York, ma la drammatizzazione non funziona. Per alcune, ad esempio Roma, ci si ritrova di fronte a una questione più logica che storica: come può una città eterna, morire? Quando Albio Tibullo, un poeta latino che poco conosciamo, scrisse: "Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", traducibile più o meno così: "Né ancora aveva Romolo innalzato le mura dell'Eterna Urbe", di fatto decretò l'eternità della nostra capitale. Può un eterno morire? Una domanda per un filosofo quale Emanuele Severino, più che per polemisti da strapazzo, ma non di difficile comprensione. Di Gerusalemme si sa: è la capitale di tutte le religioni monoteiste: come potrebbe morire? Di Kyoto l'imperatore Saga ebbe modo di indicarla quale "Yorozuyo no Miya", ovvero "la città eterna". Dunque non se ne parla. Venezia non ha rivali nel mondo come città sulla quale incombe la fine. Si presta per la sua precarietà di galleggiamento sull'acqua. Si presta per l'apparente fragilità dell'ecosistema e dei processi antropici cui è sottoposta. Si presta per storia e letteratura. Ci si può credere. Venezia può morire. Può morire, dalla sera alla mattina, senza che il mondo si possa mobilitare. Da un giorno all'altro come Atlantide: “nei tempi che seguirono, a causa di tremendi terremoti e catastrofi naturali, nell’arco di un solo giorno e di una sola notte terribili”. Inabissandosi. E' (in)credibile. Per questo, Venezia, si presta a qualsiasi narrazione estrema e stupefacente: è l'unica città al mondo che, oggi, rappresenta la precarietà del mondo stesso. Venezia muore, viva Venezia!


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