A VENEZIA IL PASSATO TI TRAPASSA E DIVENTA FUTURO?

"Venezia come Manhattan: per ricchi e dirigenti". "Sì alle prenotazioni obbligatorie". "La città perde altri trecento abitanti". "Sfatiamo i luoghi comuni: i residenti non son pochi e il turismo non fa male". "Social housing, 11 mila i giovani interessati" oppure "Case care e impossibili, mercato in crisi". Questo era il tono dei titoli dei quotidiani di Venezia. Sembra oggi, ma sono dei titoli estrapolati da rassegne del triennio, preso a caso, 2009-2011. Se si va indietro di altri dieci o vent'anni si ripete la filastrocca. A Venezia sembra essersi fermata la macchina del tempo oppure il vizio della memoria è così pressante che si è condannati a ripetersi. Si ripetono i problemi e si ripetono le chiacchiere. Nel frattempo non si risolve un granché. Un fenomeno nei fenomeni che andrebbe studiato e capito. Cambiano le facce, le sigle, i partiti e gli amministratori pubblici, ma i temi restano e si avvitano su se stessi.